Tibet

Tibet Il Tibet non ha una definizione univoca. Per il Governo tibetano in esilio, il Tibet è la larga zona sotto l'influenza culturale tibetana per parecchi secoli, comprese le province tradizionali di Amdo, Kham (Khams) e Ü-Tsang (dBus-gTsang), ma esclusa la zona sotto l'influenza culturale del Tibet storico all'esterno della Repubblica Popolare Cinese comprendente Arunachal Pradesh, Sikkim, Bhutan e Ladakh, area reclamata soltanto da qualche gruppo tibetano.
L'area ha un'estensione di 2,5 milioni di chilometri quadrati, un quarto dell'intera Cina, ed ospita 6 milioni di tibetani.

Per la Repubblica Popolare Cinese, il Tibet è la Regione Autonoma del Tibet, TAR, reclamando anche il territorio del Arunachal Pradesh come appartenente alla stessa. L'area ha un'estensione di 1,2 milioni di chilometri quadrati, meno della metà della suddetta area culturale rivendicata dal governo in esilio, ed ospita meno di 3 milioni di tibetani.

La Storia del Tibet e del suo popolo ha radici incerte, che forse risalgono alle tribù nomadi guerriere Qiang, attestate in zona nel II secolo AC. Ma sino al VII secolo, non vi sono evidenze di presenza di un popolo politicamente compatto. Numerose parti della regione furono unificate nel VII secolo dal re Songtsän Gampo.

Nel XIII secolo, il Tibet divenne parte dell'Impero mongolo (Dinasti Yuan). Quattro secoli più tardi il Tibet fu incorporato nella Cina all'epoca della dinastia Qing.

La linea dei Dalai Lama fu stabilita nel 1578 e giunse al potere ai tempi del 5° Dalai Lama, Lozang Gyatso (1617-1682).

Nel 1653, "Dalai Lama" divenne un titolo ufficiale e come tale riconosciuto dal potere Qing.

Fra il XVII secolo e il 1951, il Dalai Lama e i suoi collaboratori rappresentarono il potere politico, religioso e amministrativo dominante sulla maggior parte del Tibet, operando dalla capitale tradizionale di Lhasa.

Nel 1912 il 13° Dalai Lama dichiarò unilateralmente la separazione del Tibet dalla Cina. Dal 1912 al 1950, il Tibet guadagnò de facto l'indipendenza, sebbene nessuna nazione riconoscesse il Tibet come Stato indipendente. Nel 1951 la Repubblica Popolare di Cina obbligò il governo tibetano a firmare l'Accordo di 17 punti, reintegrando in tal modo il Tibet nello Stato cinese.

Il Dalai Lama, capo del governo tibetano in esilio riteneva che per modernizzarlo il Tibet dovesse rimanere parte della Cina, sebbene chiedesse al contempo alla Cina di fornire "una piena garanzia di salvaguardia della cultura tibetana".

Il Tibet è situato sull'omonimo altopiano (detto anche Plateau tibetano) ad un'altitudine media di circa 4.900 metri. La sua montagna più alta è l'Everest che con i suoi 8.842 metri è la montagna più alta del pianeta e fa parte della catena dell'Himalaya compresa per gran parte nel territorio tibetano.

Il clima è assai rigido e ventoso e possono esserci escursioni notturne anche inferiori ai -30°C. I monsoni provenienti dall'India e dal Nepal, notevolmente ridotti dalla catena himalayana portano alcune leggere precipitazioni in particolare nella parte sud-occidentale tra metà giugno e metà settembre. Il clima è molto secco per tutto il resto dell'anno.

Le temperature più basse sono tra i mesi di dicembre e febbraio. D'inverno le precipitazioni nevose sono scarse nella valle e abbondanti nella catena himalayana. I passi del sud rimangono spesso chiusi per la neve durante l'inverno.

A Lhasa (a 3.595 . sul livello del mare) le temperature massime vanno da qualche grado sopra lo zero d'inverno ai 25°C d'estate, mentre le minime vanno dai -15°C ai +10°C. L'economia tibetana è dominata dall'agricoltura e dall'allevamento. Lo yak rappresenta una delle maggiori fonti di sussistenza per le famiglie rurali in quanto viene utilizzato come forza motrice per il lavoro nei campi, per il latte e derivati ed, infine, per la carne.

Gli ultimi anni hanno costituito un'apertura al turismo, quasi esclusivamente interno, recentemente promosso dalle autorità cinesi.

La ferrovia del Qingzang che collega Lhasa con Pechino contribuirà ad incrementare l'economia in particolare della parte cinese della popolazione che aumenterà notevolmente.

Il Tibet rappresenta il centro tradizionale del Buddhismo tibetano, una forma distintiva del Buddhismo Vajrayana. Il buddhismo tibetano è praticato anche in Mongolia e largamente praticato dai Buryat nella Siberia meridionale. Presso le popolazioni tibetane, in specie delle regioni nord-orientali, è, nonostante le persecuzioni che ha subito fino al XIX Secolo, ancora largamente praticato l'ancestrale sciamanesimo pagano pre-buddhista, conosciuto come religione bòn.

Il contatto con Buddhismo e Induismo vi ha provocato profonde trasformazioni in senso sincretistico, come ad esempio la nascita di congregazioni e conventi di Lama.

Nelle città è presente anche una piccola comunità di musulmani, conosciuti come Kachee (o Kache), la cui origine deriva da tre regioni: Kashmir (Kachee Yul nell'antico Tibet), Ladakh e paesi centro asiatici turchi. L'influenza islamica in Tibet proviene anche dall'antica Persia. C'è anche una consolidata comunità di musulmani cinesi (Gya Kachee) di etnia Hui cinese. Sembra che le popolazioni provenienti da Kashmir e Laddakh emigrarono verso il Tibet a partire dal XII secolo. I matrimoni e le interazioni graduali hanno portato ad un ampliamento della comunità islamica tibetana nei pressi di Lhasa.

Piccole comunità cristiane, sia nestoriane che cattoliche, vi svolgono un'esistenza al limite della semi-clandestinità. Fino ad un recente passato, fra gli abitanti del Tibet, il cui fondo culturale remoto è essenzialmente matriarcale era diffusa la "diandria". Era costume corrente che le donne sposassero due uomini, di solito fratelli o comunque parenti.

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